Domenica pomeriggio, in biblioteca. Orari di apertura dalle 9 alle 23. E c'è folla.
Ecco uno dei grandi vantaggi di un'università con un organizzazione spaventosa.
Dalla sala principale si vede, attraverso delle grandi vetrate, il lago. Fuori, le nuvole hanno naturalmente spodestato il sole, ma bambini continuano a giocare. Il campus di domenica è meta per famiglie, giovani famiglie. Passeggiano, si rilassano, guardano le partite di calcio, harling, giocano. Il freddo non spaventa, ma se ne sentono gli effetti, non c'è nessuno che non tossisca o abbia un pesante raffreddore. Anche io sento le prime avvisaglie di tosse...
Ma la domanda principale è perchè io sono in biblioteca di domenica pomeriggio?!mi sono arresa alla realtà e studio. Non è poi tutta vacanza 'sto erasmus...
qualche racconto di qualche viaggio e qualcosa in più
domenica 21 ottobre 2007
martedì 16 ottobre 2007
Greetings from Belfast
Il primo week-end di ottobre a Belfast.
Ho colto l'occasione al volo, un'amica mi aveva detto che c'era questa "gita" e mi son detta perchè no?
Non ho avuto molto tempo per pensare a cosa fare a Belfast, cosa vedere. Siamo partiti sabato mattina e durante il viaggio in autobus abbiamo sfogliato la guida.
Le aspettative comunque c'erano. Cosa può essere questa città?cosa ci sarà? Tristemente famosa per gli scontri tra cattolici e protestanti, ma poi?c'è dell'altro?
La prima cosa che siamo andati a visitare è stata west Belfast, zona popolare con i quartieri cattolici e protestanti.
Prima la zona protestante. Bandiere della Gran Bretagna ovunque. Ogni casa con il suo murales, per dimostrare la loro appartanenza, l'orgoglio, la determinazione.
Siamo un gruppo numeroso, circa 20 persone. Io e altri due rimaniamo leggermente indietro, dei bambini ci girano intorno. I bambini tra i 6 e i 13 anni sono pericolosi, non fissarli. Se ti si avvicinano fai finta di nulla e vai dritto per la tua strada. Non hanno limiti, non si rendono conto di quello che fanno. Lanciare una pietra o sputarti addosso non fa differenza.
A Belfast ci hanno lanciato dietro le pietre. Tutti incolumi, ma fa un certo effetto veder piovere dei bei sassi a poca distanza dalla tua testa.
Nel quartiere protestante si respira un po' di tensione, o sono io che la percepisco dopo la sassaiola. Nonostante le numerose zone di verde, il degrado è molto visibile. Copertoni di macchina bruciati in giro, vetri rotti e cocci di bottiglia ovunque.
Un breve giro e poi andiamo verso i quartieri cattolici. Si passa attraverso la "terra di nessuno". Non c'è veramente nessuno, non ci sono case. Un lungo muro recintato da filo spinato. Si passa attraverso dei cancelli ed ecco che ricompaiono le case, i murales, le persone.
Il gruppo è decisamente troppo numeroso, soprattutto se non ci si conosce e si hanno priorità diverse. La maggior parte decide di prendere il taxi che fa fare il giro per i quartieri "degli scontri". Il tassista solitamente è un ex detenuto politico che illustra brevemente la storia e gli avvenimenti di quei quartieri. 8 puond a testa per fare un giro di un'ora.
Io e altri 3 italiani proseguiamo a piedi per le vie della zona cattolica. Il degrado c'è, ma la tensione è minore. L'orgoglio c'è e come ma non ci sono segni di risentimento. I murales sono altrettanto celebrativi, ma si percepisce un po' più di serenità. Il quartiere è più animato, più negozi, più pub, più parchi giochi.
Dopo 4 ore in giro per questa zona è ora di tornare e cenare.
Gentilmente, gli italiani sono stati messi ai fornelli. Ora, non voglio ripetermi, però cucinare la pasta per 26 persone con 2 pentole microscopiche, uno scolapasta rotto e il lavandino intasato è stata ardua. Ho visto cucinare cose quella sera ed ho mangiato una delle peggiori paste di cu io abbia memoria.
La domenica mattina inizia nel peggiore dei modi. Scoprire di non avere più il portafoglio con documenti &co. è stato sconfortante. Soluzioni: nessuna, se non aspettare di tornare a Dublino, denunciare il furto e iniziare a recuperare le varie carte e documenti. Intanto che siamo a Belfast vediamo quel che rimane. Ben poco, tutto deserto. Un giro all'università e poi al porto. Solo dopo le 2 del pomeriggio qualche impavido si aggira per le strade.
L'opinione generale è che 2 giorni sono più che sufficienti per vedere Belfast. Probabilmente mi aspettavo altro e, magari, con qualcuno del posto avremmo potuto apprezzare di più. Rimane l'impressione che sia una piccola città, grigia e poco accogliente. Perchè poi mi aspettassi altro non so.
Ho colto l'occasione al volo, un'amica mi aveva detto che c'era questa "gita" e mi son detta perchè no?
Non ho avuto molto tempo per pensare a cosa fare a Belfast, cosa vedere. Siamo partiti sabato mattina e durante il viaggio in autobus abbiamo sfogliato la guida.
Le aspettative comunque c'erano. Cosa può essere questa città?cosa ci sarà? Tristemente famosa per gli scontri tra cattolici e protestanti, ma poi?c'è dell'altro?
La prima cosa che siamo andati a visitare è stata west Belfast, zona popolare con i quartieri cattolici e protestanti.
Prima la zona protestante. Bandiere della Gran Bretagna ovunque. Ogni casa con il suo murales, per dimostrare la loro appartanenza, l'orgoglio, la determinazione.
Siamo un gruppo numeroso, circa 20 persone. Io e altri due rimaniamo leggermente indietro, dei bambini ci girano intorno. I bambini tra i 6 e i 13 anni sono pericolosi, non fissarli. Se ti si avvicinano fai finta di nulla e vai dritto per la tua strada. Non hanno limiti, non si rendono conto di quello che fanno. Lanciare una pietra o sputarti addosso non fa differenza.
A Belfast ci hanno lanciato dietro le pietre. Tutti incolumi, ma fa un certo effetto veder piovere dei bei sassi a poca distanza dalla tua testa.
Nel quartiere protestante si respira un po' di tensione, o sono io che la percepisco dopo la sassaiola. Nonostante le numerose zone di verde, il degrado è molto visibile. Copertoni di macchina bruciati in giro, vetri rotti e cocci di bottiglia ovunque.
Un breve giro e poi andiamo verso i quartieri cattolici. Si passa attraverso la "terra di nessuno". Non c'è veramente nessuno, non ci sono case. Un lungo muro recintato da filo spinato. Si passa attraverso dei cancelli ed ecco che ricompaiono le case, i murales, le persone.
Il gruppo è decisamente troppo numeroso, soprattutto se non ci si conosce e si hanno priorità diverse. La maggior parte decide di prendere il taxi che fa fare il giro per i quartieri "degli scontri". Il tassista solitamente è un ex detenuto politico che illustra brevemente la storia e gli avvenimenti di quei quartieri. 8 puond a testa per fare un giro di un'ora.
Io e altri 3 italiani proseguiamo a piedi per le vie della zona cattolica. Il degrado c'è, ma la tensione è minore. L'orgoglio c'è e come ma non ci sono segni di risentimento. I murales sono altrettanto celebrativi, ma si percepisce un po' più di serenità. Il quartiere è più animato, più negozi, più pub, più parchi giochi.
Dopo 4 ore in giro per questa zona è ora di tornare e cenare.
Gentilmente, gli italiani sono stati messi ai fornelli. Ora, non voglio ripetermi, però cucinare la pasta per 26 persone con 2 pentole microscopiche, uno scolapasta rotto e il lavandino intasato è stata ardua. Ho visto cucinare cose quella sera ed ho mangiato una delle peggiori paste di cu io abbia memoria.
La domenica mattina inizia nel peggiore dei modi. Scoprire di non avere più il portafoglio con documenti &co. è stato sconfortante. Soluzioni: nessuna, se non aspettare di tornare a Dublino, denunciare il furto e iniziare a recuperare le varie carte e documenti. Intanto che siamo a Belfast vediamo quel che rimane. Ben poco, tutto deserto. Un giro all'università e poi al porto. Solo dopo le 2 del pomeriggio qualche impavido si aggira per le strade.
L'opinione generale è che 2 giorni sono più che sufficienti per vedere Belfast. Probabilmente mi aspettavo altro e, magari, con qualcuno del posto avremmo potuto apprezzare di più. Rimane l'impressione che sia una piccola città, grigia e poco accogliente. Perchè poi mi aspettassi altro non so.
lunedì 8 ottobre 2007
venerdì 5 ottobre 2007
Italiani all'estero

Avete mai provato la sensazione di mangiare plastica, morbida, acquosa ma pur sempre plastica?
Un morso e...niente!niente sapore, zero. Esperienza provata con un pomodoro e un peperone comprato in un Tesco qui a Dublino.
Si dice che gli italiani non parlino che di cibo. Vero.
Si dice che gli italiani si lamentino sempre del cibo all'estero. Vero.
Ci viene chiesto se mangiamo sempre pasta (e poi apostrofati come mafiosi se siamo in compagnia di cafoni..) ed è vero che la nostra prima preoccupazione all'estero è scovare posti, preferibilmente economici, dove procurarsi pasta olio e salsa di pomodoro. Ci scandalizziamo quando "gli altri" spezzano gli spaghetti o usano il ketchup come salsa (questa è sul serio una porcata senza pari...)
Lo ammetto, mi lamento del fatto che qui non ho il mio cibo, ma è pur sempre vero che non mi arrendo a mangiare sandwich tutti i santi giorni. Noi mangeremo pure pasta tutti i giorni (non è vero...) ma la condiamo in infinite maniere.
Mi lamento perchè qui si trova quasi esclusivamente vino australiano, sudafricano o californiano. Domanda spontanea la prima volta che sono andata al supermercato: ma da quand'è che questi paesi producono vino? e com'è che questi irlandesi importano vino da oltreoceano e non quello francese o italiano?
Fa parte del nostro patrimonio genetico l'ossessione per il cibo? Perchè per noi mangiare è anche un piacere e non solo una necessità da soddisfare nel minor tempo possibile e senza troppo dispendio di energie?
Quando ci ritroviamo con gli amici abbiamo quasi sempre le gambe sotto ad una tavola imbandita ed è motivo d'orgoglio mangiare bene.
Gli irlandesi fanno la stessa cosa, davanti ad un bicchiere. Non importa che sia birra, whiskey o vino. Si beve, velocemente e si continua col secondo bicchiere poi il terzo, quarto, quinto...
Chiedo anticipatamente scusa ad Alessia, per la quale quest'argomento è un tasto dolente :-)
Un morso e...niente!niente sapore, zero. Esperienza provata con un pomodoro e un peperone comprato in un Tesco qui a Dublino.
Si dice che gli italiani non parlino che di cibo. Vero.
Si dice che gli italiani si lamentino sempre del cibo all'estero. Vero.
Ci viene chiesto se mangiamo sempre pasta (e poi apostrofati come mafiosi se siamo in compagnia di cafoni..) ed è vero che la nostra prima preoccupazione all'estero è scovare posti, preferibilmente economici, dove procurarsi pasta olio e salsa di pomodoro. Ci scandalizziamo quando "gli altri" spezzano gli spaghetti o usano il ketchup come salsa (questa è sul serio una porcata senza pari...)
Lo ammetto, mi lamento del fatto che qui non ho il mio cibo, ma è pur sempre vero che non mi arrendo a mangiare sandwich tutti i santi giorni. Noi mangeremo pure pasta tutti i giorni (non è vero...) ma la condiamo in infinite maniere.
Mi lamento perchè qui si trova quasi esclusivamente vino australiano, sudafricano o californiano. Domanda spontanea la prima volta che sono andata al supermercato: ma da quand'è che questi paesi producono vino? e com'è che questi irlandesi importano vino da oltreoceano e non quello francese o italiano?
Fa parte del nostro patrimonio genetico l'ossessione per il cibo? Perchè per noi mangiare è anche un piacere e non solo una necessità da soddisfare nel minor tempo possibile e senza troppo dispendio di energie?
Quando ci ritroviamo con gli amici abbiamo quasi sempre le gambe sotto ad una tavola imbandita ed è motivo d'orgoglio mangiare bene.
Gli irlandesi fanno la stessa cosa, davanti ad un bicchiere. Non importa che sia birra, whiskey o vino. Si beve, velocemente e si continua col secondo bicchiere poi il terzo, quarto, quinto...
Chiedo anticipatamente scusa ad Alessia, per la quale quest'argomento è un tasto dolente :-)
lunedì 1 ottobre 2007
Live in Dublin
Ero seduta ad un tavolo in un locale nel centro di Dublino, un gruppo suonava blues. Il caldo era notevole, ma nonostante ciò la gente si dimenava al ritmo della musica. Pensavo come a due passi da Temple Bar, il cuore della vita notturna di Dublino frequentato quasi esclusivamente da turisti, si può trovare tutta un'altra città. Da una parte turisti, dall'altra autoctoni. E io come ci sono finita nella parte "sbagliata"? girando...
Fuori dai locali non c'è alcun segno particolare, neanche tanta coda, solo due omoni che scrutano i documenti ai più giovani. Non sia mai che un minorenne entri, già gli adulti non sanno dire basta all'alcol, figurati i 16enni...
Trovare musica live a Dublino è sorprendente facile, di ogni genere, per tutti i gusti. Spesso è anche libera l'entrata nel locale. Rock, hindi, jazz, blues, R'n'B e l'immancabile irish traditional music. Gli irlandesi impazziscono letteralmente per la loro musica, ne sono entusiasti e orgogliosi. Giovani compresi sanno canzoni, testi e balli. Un accenno di musica ed ecco che le gambe cominciano a muoversi autonomamente. Il busto fermo, braccia dietro le spalle e le gambe fanno tutto.
Le serate a Dublino offrono di tutto. Basta saper trovare (eh eh eh...). E di sicuro a fine serata (presto per noi mediterranei...) ci sarà una folla di gente per le strade che arranca verso casa sfatta di alcol. Dicono che i dublinesi non si limitano, escono e spendono, vivono alla giornata, gran consumatori, niente risparmi, il miglior investimento si fa al pub.
Non ci sono piazze, non ci sono panchine per la città. Tanto c'è il pub. Atmosfera famigliare, la guinness rilassa le conversazioni e rende tutti più socievoli...gli stranieri che cercano di mimetizzarsi subito vengono sgamati: una conversazione con un vecchio dublinese è un'impresa!Gli irlandesi hanno un forte accento e quando parlano non si fermano mai, punteggiatura, intonazione inesistenti.
Good luck! (che un dublinese pronuncerebbe proprio com'è scritto!)
Fuori dai locali non c'è alcun segno particolare, neanche tanta coda, solo due omoni che scrutano i documenti ai più giovani. Non sia mai che un minorenne entri, già gli adulti non sanno dire basta all'alcol, figurati i 16enni...
Trovare musica live a Dublino è sorprendente facile, di ogni genere, per tutti i gusti. Spesso è anche libera l'entrata nel locale. Rock, hindi, jazz, blues, R'n'B e l'immancabile irish traditional music. Gli irlandesi impazziscono letteralmente per la loro musica, ne sono entusiasti e orgogliosi. Giovani compresi sanno canzoni, testi e balli. Un accenno di musica ed ecco che le gambe cominciano a muoversi autonomamente. Il busto fermo, braccia dietro le spalle e le gambe fanno tutto.
Le serate a Dublino offrono di tutto. Basta saper trovare (eh eh eh...). E di sicuro a fine serata (presto per noi mediterranei...) ci sarà una folla di gente per le strade che arranca verso casa sfatta di alcol. Dicono che i dublinesi non si limitano, escono e spendono, vivono alla giornata, gran consumatori, niente risparmi, il miglior investimento si fa al pub.
Non ci sono piazze, non ci sono panchine per la città. Tanto c'è il pub. Atmosfera famigliare, la guinness rilassa le conversazioni e rende tutti più socievoli...gli stranieri che cercano di mimetizzarsi subito vengono sgamati: una conversazione con un vecchio dublinese è un'impresa!Gli irlandesi hanno un forte accento e quando parlano non si fermano mai, punteggiatura, intonazione inesistenti.
Good luck! (che un dublinese pronuncerebbe proprio com'è scritto!)
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