qualche racconto di qualche viaggio e qualcosa in più
lunedì 10 dicembre 2007
After three months...
Connor, 21 anni. Lavora per la televisione nazionale. Ha finito il college l'anno scorso.
Come lui, in Irlanda sono tanti. Qui la disoccupazione è al disotto del 3%. I soldi scorrono, girano. Si nota la facilità con cui spendono i soldi gli irlandesi durante il week-end. Vengono pagati settimanalmente e quindi il week-end significa godere dei frutti del duro lavoro di una settimana, meglio 5 giorni. Si spendono cifre che dall'esterno, in questo caso per me, sono anche eccessive, soprattutto se le comparo con uno stipendio italiano. Qui invece 100 euro a sera sono un'inezia. Mi sfugge la facilità con cui riescono a non badare ai soldi, è anche la prima volta che mi capita di trovare sempre monete per la strada, sugli autobus, nei negozi. Non solo 1 o 2 centesimi ma anche 1 o 2 euro.
In Irlanda il momento è propizio. Stanno cavalcando l'onda e non si chiedono perchè, come e per quanto. Spesso mi capita anche di pensare che gli irladesi siano superficiali. Probabilmente è vero per Dublino, una delle città più ricche al mondo. Ma non mi sbilancio per l'intera isola...anche se dei 4 milioni di irlandesi 2 vivono nella capitale...
Dopo poco più di 3 mesi qui, inizio ad intuire qualcosa. Cambia il punto di vista, la prospettiva. All'inizio sei turista, inevitabilmente. I tuoi occhi sono curiosi e si soffermano su aspetti più generali, strade, zone, monumenti. Poi, piano piano, errore dopo errore, intuizione dopo intuizione, inizi a entrare nelle dinamiche e nei ritmi della città finchè un giorno ti ritrovi sull'autobus ascoltando il lettore mp3 e senza pensare scendi alla tua fermata, cammini come guidata da qualcuno, entri in un coffe shop per un cappuccino, esci sempre pensando ad altro e improvvisamente ti rendi conto che è un abitudine, una nuova abitudine, che hai acquisito delle abituini a Dublino. Ora riconosci le case nelle strade che frequenti quasi ogni giorno, riconosci anche alcuni commessi nei negozi, ora noti la differenza tra il negozio che aumenta i prezzi per i turisti e sai dove fanno il mercato il sabato mattina. Ora ti accorgi perchè hai deciso di partire nuovamente e vivere per un po' in un nuovo Paese. Ora.
Come lui, in Irlanda sono tanti. Qui la disoccupazione è al disotto del 3%. I soldi scorrono, girano. Si nota la facilità con cui spendono i soldi gli irlandesi durante il week-end. Vengono pagati settimanalmente e quindi il week-end significa godere dei frutti del duro lavoro di una settimana, meglio 5 giorni. Si spendono cifre che dall'esterno, in questo caso per me, sono anche eccessive, soprattutto se le comparo con uno stipendio italiano. Qui invece 100 euro a sera sono un'inezia. Mi sfugge la facilità con cui riescono a non badare ai soldi, è anche la prima volta che mi capita di trovare sempre monete per la strada, sugli autobus, nei negozi. Non solo 1 o 2 centesimi ma anche 1 o 2 euro.
In Irlanda il momento è propizio. Stanno cavalcando l'onda e non si chiedono perchè, come e per quanto. Spesso mi capita anche di pensare che gli irladesi siano superficiali. Probabilmente è vero per Dublino, una delle città più ricche al mondo. Ma non mi sbilancio per l'intera isola...anche se dei 4 milioni di irlandesi 2 vivono nella capitale...
Dopo poco più di 3 mesi qui, inizio ad intuire qualcosa. Cambia il punto di vista, la prospettiva. All'inizio sei turista, inevitabilmente. I tuoi occhi sono curiosi e si soffermano su aspetti più generali, strade, zone, monumenti. Poi, piano piano, errore dopo errore, intuizione dopo intuizione, inizi a entrare nelle dinamiche e nei ritmi della città finchè un giorno ti ritrovi sull'autobus ascoltando il lettore mp3 e senza pensare scendi alla tua fermata, cammini come guidata da qualcuno, entri in un coffe shop per un cappuccino, esci sempre pensando ad altro e improvvisamente ti rendi conto che è un abitudine, una nuova abitudine, che hai acquisito delle abituini a Dublino. Ora riconosci le case nelle strade che frequenti quasi ogni giorno, riconosci anche alcuni commessi nei negozi, ora noti la differenza tra il negozio che aumenta i prezzi per i turisti e sai dove fanno il mercato il sabato mattina. Ora ti accorgi perchè hai deciso di partire nuovamente e vivere per un po' in un nuovo Paese. Ora.
mercoledì 7 novembre 2007
It's halloween time
Halloween è passato da tempo e le decorazione di zucche e mostri di vario genere sono già state soppiantate dagli addobbi natalizi. Secondo me è un po' presto, ma a quanto pare bisogna prendersi con largo anticipo da queste parti. Si parla già di regali, cene di natale, sbronze di natale..
Parlando di sbronze e di festeggiamenti ritorniamo ad Halloween. Primo anno in cui l'ho "festeggiato" in un paese che ha questa tradizione. Un mercoledì sera, una buona occasione infrasettimanale per bere, come se mancassero solitamente. Tutti o almeno la maggiorparte vestiti, una parola un po' grossa per qualcuno, dato che alcuni travestimenti consistevano in mutande e reggiseno (costume da hawayana) o in succinti babydoll per impersonare l'infermiera sexy. Quelli che non hanno sfidato i 5 gradi, ulteriormente abbassati dal vento gelido, hanno optato per i tradizionali costumi da vampiro o strega. La mia coinquilina Gemma, mi ha vivamente consigliato di non farmi sfuggire l'occasione e andare in centro a divertirmi, rigorosamente mascherata. La mia fantasia era decisamente spenta, ho optato per trucco pesante e il risultato si vede: un morto che cammina, o ci prova...mentre lei era una simpatica fatina sbronza, o come mi ha dettolei: I was a very very drunk fairy.
domenica 21 ottobre 2007
Pausa
Domenica pomeriggio, in biblioteca. Orari di apertura dalle 9 alle 23. E c'è folla.
Ecco uno dei grandi vantaggi di un'università con un organizzazione spaventosa.
Dalla sala principale si vede, attraverso delle grandi vetrate, il lago. Fuori, le nuvole hanno naturalmente spodestato il sole, ma bambini continuano a giocare. Il campus di domenica è meta per famiglie, giovani famiglie. Passeggiano, si rilassano, guardano le partite di calcio, harling, giocano. Il freddo non spaventa, ma se ne sentono gli effetti, non c'è nessuno che non tossisca o abbia un pesante raffreddore. Anche io sento le prime avvisaglie di tosse...
Ma la domanda principale è perchè io sono in biblioteca di domenica pomeriggio?!mi sono arresa alla realtà e studio. Non è poi tutta vacanza 'sto erasmus...
Ecco uno dei grandi vantaggi di un'università con un organizzazione spaventosa.
Dalla sala principale si vede, attraverso delle grandi vetrate, il lago. Fuori, le nuvole hanno naturalmente spodestato il sole, ma bambini continuano a giocare. Il campus di domenica è meta per famiglie, giovani famiglie. Passeggiano, si rilassano, guardano le partite di calcio, harling, giocano. Il freddo non spaventa, ma se ne sentono gli effetti, non c'è nessuno che non tossisca o abbia un pesante raffreddore. Anche io sento le prime avvisaglie di tosse...
Ma la domanda principale è perchè io sono in biblioteca di domenica pomeriggio?!mi sono arresa alla realtà e studio. Non è poi tutta vacanza 'sto erasmus...
martedì 16 ottobre 2007
Greetings from Belfast
Il primo week-end di ottobre a Belfast.
Ho colto l'occasione al volo, un'amica mi aveva detto che c'era questa "gita" e mi son detta perchè no?
Non ho avuto molto tempo per pensare a cosa fare a Belfast, cosa vedere. Siamo partiti sabato mattina e durante il viaggio in autobus abbiamo sfogliato la guida.
Le aspettative comunque c'erano. Cosa può essere questa città?cosa ci sarà? Tristemente famosa per gli scontri tra cattolici e protestanti, ma poi?c'è dell'altro?
La prima cosa che siamo andati a visitare è stata west Belfast, zona popolare con i quartieri cattolici e protestanti.
Prima la zona protestante. Bandiere della Gran Bretagna ovunque. Ogni casa con il suo murales, per dimostrare la loro appartanenza, l'orgoglio, la determinazione.
Siamo un gruppo numeroso, circa 20 persone. Io e altri due rimaniamo leggermente indietro, dei bambini ci girano intorno. I bambini tra i 6 e i 13 anni sono pericolosi, non fissarli. Se ti si avvicinano fai finta di nulla e vai dritto per la tua strada. Non hanno limiti, non si rendono conto di quello che fanno. Lanciare una pietra o sputarti addosso non fa differenza.
A Belfast ci hanno lanciato dietro le pietre. Tutti incolumi, ma fa un certo effetto veder piovere dei bei sassi a poca distanza dalla tua testa.
Nel quartiere protestante si respira un po' di tensione, o sono io che la percepisco dopo la sassaiola. Nonostante le numerose zone di verde, il degrado è molto visibile. Copertoni di macchina bruciati in giro, vetri rotti e cocci di bottiglia ovunque.
Un breve giro e poi andiamo verso i quartieri cattolici. Si passa attraverso la "terra di nessuno". Non c'è veramente nessuno, non ci sono case. Un lungo muro recintato da filo spinato. Si passa attraverso dei cancelli ed ecco che ricompaiono le case, i murales, le persone.
Il gruppo è decisamente troppo numeroso, soprattutto se non ci si conosce e si hanno priorità diverse. La maggior parte decide di prendere il taxi che fa fare il giro per i quartieri "degli scontri". Il tassista solitamente è un ex detenuto politico che illustra brevemente la storia e gli avvenimenti di quei quartieri. 8 puond a testa per fare un giro di un'ora.
Io e altri 3 italiani proseguiamo a piedi per le vie della zona cattolica. Il degrado c'è, ma la tensione è minore. L'orgoglio c'è e come ma non ci sono segni di risentimento. I murales sono altrettanto celebrativi, ma si percepisce un po' più di serenità. Il quartiere è più animato, più negozi, più pub, più parchi giochi.
Dopo 4 ore in giro per questa zona è ora di tornare e cenare.
Gentilmente, gli italiani sono stati messi ai fornelli. Ora, non voglio ripetermi, però cucinare la pasta per 26 persone con 2 pentole microscopiche, uno scolapasta rotto e il lavandino intasato è stata ardua. Ho visto cucinare cose quella sera ed ho mangiato una delle peggiori paste di cu io abbia memoria.
La domenica mattina inizia nel peggiore dei modi. Scoprire di non avere più il portafoglio con documenti &co. è stato sconfortante. Soluzioni: nessuna, se non aspettare di tornare a Dublino, denunciare il furto e iniziare a recuperare le varie carte e documenti. Intanto che siamo a Belfast vediamo quel che rimane. Ben poco, tutto deserto. Un giro all'università e poi al porto. Solo dopo le 2 del pomeriggio qualche impavido si aggira per le strade.
L'opinione generale è che 2 giorni sono più che sufficienti per vedere Belfast. Probabilmente mi aspettavo altro e, magari, con qualcuno del posto avremmo potuto apprezzare di più. Rimane l'impressione che sia una piccola città, grigia e poco accogliente. Perchè poi mi aspettassi altro non so.
Ho colto l'occasione al volo, un'amica mi aveva detto che c'era questa "gita" e mi son detta perchè no?
Non ho avuto molto tempo per pensare a cosa fare a Belfast, cosa vedere. Siamo partiti sabato mattina e durante il viaggio in autobus abbiamo sfogliato la guida.
Le aspettative comunque c'erano. Cosa può essere questa città?cosa ci sarà? Tristemente famosa per gli scontri tra cattolici e protestanti, ma poi?c'è dell'altro?
La prima cosa che siamo andati a visitare è stata west Belfast, zona popolare con i quartieri cattolici e protestanti.
Prima la zona protestante. Bandiere della Gran Bretagna ovunque. Ogni casa con il suo murales, per dimostrare la loro appartanenza, l'orgoglio, la determinazione.
Siamo un gruppo numeroso, circa 20 persone. Io e altri due rimaniamo leggermente indietro, dei bambini ci girano intorno. I bambini tra i 6 e i 13 anni sono pericolosi, non fissarli. Se ti si avvicinano fai finta di nulla e vai dritto per la tua strada. Non hanno limiti, non si rendono conto di quello che fanno. Lanciare una pietra o sputarti addosso non fa differenza.
A Belfast ci hanno lanciato dietro le pietre. Tutti incolumi, ma fa un certo effetto veder piovere dei bei sassi a poca distanza dalla tua testa.
Nel quartiere protestante si respira un po' di tensione, o sono io che la percepisco dopo la sassaiola. Nonostante le numerose zone di verde, il degrado è molto visibile. Copertoni di macchina bruciati in giro, vetri rotti e cocci di bottiglia ovunque.
Un breve giro e poi andiamo verso i quartieri cattolici. Si passa attraverso la "terra di nessuno". Non c'è veramente nessuno, non ci sono case. Un lungo muro recintato da filo spinato. Si passa attraverso dei cancelli ed ecco che ricompaiono le case, i murales, le persone.
Il gruppo è decisamente troppo numeroso, soprattutto se non ci si conosce e si hanno priorità diverse. La maggior parte decide di prendere il taxi che fa fare il giro per i quartieri "degli scontri". Il tassista solitamente è un ex detenuto politico che illustra brevemente la storia e gli avvenimenti di quei quartieri. 8 puond a testa per fare un giro di un'ora.
Io e altri 3 italiani proseguiamo a piedi per le vie della zona cattolica. Il degrado c'è, ma la tensione è minore. L'orgoglio c'è e come ma non ci sono segni di risentimento. I murales sono altrettanto celebrativi, ma si percepisce un po' più di serenità. Il quartiere è più animato, più negozi, più pub, più parchi giochi.
Dopo 4 ore in giro per questa zona è ora di tornare e cenare.
Gentilmente, gli italiani sono stati messi ai fornelli. Ora, non voglio ripetermi, però cucinare la pasta per 26 persone con 2 pentole microscopiche, uno scolapasta rotto e il lavandino intasato è stata ardua. Ho visto cucinare cose quella sera ed ho mangiato una delle peggiori paste di cu io abbia memoria.
La domenica mattina inizia nel peggiore dei modi. Scoprire di non avere più il portafoglio con documenti &co. è stato sconfortante. Soluzioni: nessuna, se non aspettare di tornare a Dublino, denunciare il furto e iniziare a recuperare le varie carte e documenti. Intanto che siamo a Belfast vediamo quel che rimane. Ben poco, tutto deserto. Un giro all'università e poi al porto. Solo dopo le 2 del pomeriggio qualche impavido si aggira per le strade.
L'opinione generale è che 2 giorni sono più che sufficienti per vedere Belfast. Probabilmente mi aspettavo altro e, magari, con qualcuno del posto avremmo potuto apprezzare di più. Rimane l'impressione che sia una piccola città, grigia e poco accogliente. Perchè poi mi aspettassi altro non so.
lunedì 8 ottobre 2007
venerdì 5 ottobre 2007
Italiani all'estero

Avete mai provato la sensazione di mangiare plastica, morbida, acquosa ma pur sempre plastica?
Un morso e...niente!niente sapore, zero. Esperienza provata con un pomodoro e un peperone comprato in un Tesco qui a Dublino.
Si dice che gli italiani non parlino che di cibo. Vero.
Si dice che gli italiani si lamentino sempre del cibo all'estero. Vero.
Ci viene chiesto se mangiamo sempre pasta (e poi apostrofati come mafiosi se siamo in compagnia di cafoni..) ed è vero che la nostra prima preoccupazione all'estero è scovare posti, preferibilmente economici, dove procurarsi pasta olio e salsa di pomodoro. Ci scandalizziamo quando "gli altri" spezzano gli spaghetti o usano il ketchup come salsa (questa è sul serio una porcata senza pari...)
Lo ammetto, mi lamento del fatto che qui non ho il mio cibo, ma è pur sempre vero che non mi arrendo a mangiare sandwich tutti i santi giorni. Noi mangeremo pure pasta tutti i giorni (non è vero...) ma la condiamo in infinite maniere.
Mi lamento perchè qui si trova quasi esclusivamente vino australiano, sudafricano o californiano. Domanda spontanea la prima volta che sono andata al supermercato: ma da quand'è che questi paesi producono vino? e com'è che questi irlandesi importano vino da oltreoceano e non quello francese o italiano?
Fa parte del nostro patrimonio genetico l'ossessione per il cibo? Perchè per noi mangiare è anche un piacere e non solo una necessità da soddisfare nel minor tempo possibile e senza troppo dispendio di energie?
Quando ci ritroviamo con gli amici abbiamo quasi sempre le gambe sotto ad una tavola imbandita ed è motivo d'orgoglio mangiare bene.
Gli irlandesi fanno la stessa cosa, davanti ad un bicchiere. Non importa che sia birra, whiskey o vino. Si beve, velocemente e si continua col secondo bicchiere poi il terzo, quarto, quinto...
Chiedo anticipatamente scusa ad Alessia, per la quale quest'argomento è un tasto dolente :-)
Un morso e...niente!niente sapore, zero. Esperienza provata con un pomodoro e un peperone comprato in un Tesco qui a Dublino.
Si dice che gli italiani non parlino che di cibo. Vero.
Si dice che gli italiani si lamentino sempre del cibo all'estero. Vero.
Ci viene chiesto se mangiamo sempre pasta (e poi apostrofati come mafiosi se siamo in compagnia di cafoni..) ed è vero che la nostra prima preoccupazione all'estero è scovare posti, preferibilmente economici, dove procurarsi pasta olio e salsa di pomodoro. Ci scandalizziamo quando "gli altri" spezzano gli spaghetti o usano il ketchup come salsa (questa è sul serio una porcata senza pari...)
Lo ammetto, mi lamento del fatto che qui non ho il mio cibo, ma è pur sempre vero che non mi arrendo a mangiare sandwich tutti i santi giorni. Noi mangeremo pure pasta tutti i giorni (non è vero...) ma la condiamo in infinite maniere.
Mi lamento perchè qui si trova quasi esclusivamente vino australiano, sudafricano o californiano. Domanda spontanea la prima volta che sono andata al supermercato: ma da quand'è che questi paesi producono vino? e com'è che questi irlandesi importano vino da oltreoceano e non quello francese o italiano?
Fa parte del nostro patrimonio genetico l'ossessione per il cibo? Perchè per noi mangiare è anche un piacere e non solo una necessità da soddisfare nel minor tempo possibile e senza troppo dispendio di energie?
Quando ci ritroviamo con gli amici abbiamo quasi sempre le gambe sotto ad una tavola imbandita ed è motivo d'orgoglio mangiare bene.
Gli irlandesi fanno la stessa cosa, davanti ad un bicchiere. Non importa che sia birra, whiskey o vino. Si beve, velocemente e si continua col secondo bicchiere poi il terzo, quarto, quinto...
Chiedo anticipatamente scusa ad Alessia, per la quale quest'argomento è un tasto dolente :-)
lunedì 1 ottobre 2007
Live in Dublin
Ero seduta ad un tavolo in un locale nel centro di Dublino, un gruppo suonava blues. Il caldo era notevole, ma nonostante ciò la gente si dimenava al ritmo della musica. Pensavo come a due passi da Temple Bar, il cuore della vita notturna di Dublino frequentato quasi esclusivamente da turisti, si può trovare tutta un'altra città. Da una parte turisti, dall'altra autoctoni. E io come ci sono finita nella parte "sbagliata"? girando...
Fuori dai locali non c'è alcun segno particolare, neanche tanta coda, solo due omoni che scrutano i documenti ai più giovani. Non sia mai che un minorenne entri, già gli adulti non sanno dire basta all'alcol, figurati i 16enni...
Trovare musica live a Dublino è sorprendente facile, di ogni genere, per tutti i gusti. Spesso è anche libera l'entrata nel locale. Rock, hindi, jazz, blues, R'n'B e l'immancabile irish traditional music. Gli irlandesi impazziscono letteralmente per la loro musica, ne sono entusiasti e orgogliosi. Giovani compresi sanno canzoni, testi e balli. Un accenno di musica ed ecco che le gambe cominciano a muoversi autonomamente. Il busto fermo, braccia dietro le spalle e le gambe fanno tutto.
Le serate a Dublino offrono di tutto. Basta saper trovare (eh eh eh...). E di sicuro a fine serata (presto per noi mediterranei...) ci sarà una folla di gente per le strade che arranca verso casa sfatta di alcol. Dicono che i dublinesi non si limitano, escono e spendono, vivono alla giornata, gran consumatori, niente risparmi, il miglior investimento si fa al pub.
Non ci sono piazze, non ci sono panchine per la città. Tanto c'è il pub. Atmosfera famigliare, la guinness rilassa le conversazioni e rende tutti più socievoli...gli stranieri che cercano di mimetizzarsi subito vengono sgamati: una conversazione con un vecchio dublinese è un'impresa!Gli irlandesi hanno un forte accento e quando parlano non si fermano mai, punteggiatura, intonazione inesistenti.
Good luck! (che un dublinese pronuncerebbe proprio com'è scritto!)
Fuori dai locali non c'è alcun segno particolare, neanche tanta coda, solo due omoni che scrutano i documenti ai più giovani. Non sia mai che un minorenne entri, già gli adulti non sanno dire basta all'alcol, figurati i 16enni...
Trovare musica live a Dublino è sorprendente facile, di ogni genere, per tutti i gusti. Spesso è anche libera l'entrata nel locale. Rock, hindi, jazz, blues, R'n'B e l'immancabile irish traditional music. Gli irlandesi impazziscono letteralmente per la loro musica, ne sono entusiasti e orgogliosi. Giovani compresi sanno canzoni, testi e balli. Un accenno di musica ed ecco che le gambe cominciano a muoversi autonomamente. Il busto fermo, braccia dietro le spalle e le gambe fanno tutto.
Le serate a Dublino offrono di tutto. Basta saper trovare (eh eh eh...). E di sicuro a fine serata (presto per noi mediterranei...) ci sarà una folla di gente per le strade che arranca verso casa sfatta di alcol. Dicono che i dublinesi non si limitano, escono e spendono, vivono alla giornata, gran consumatori, niente risparmi, il miglior investimento si fa al pub.
Non ci sono piazze, non ci sono panchine per la città. Tanto c'è il pub. Atmosfera famigliare, la guinness rilassa le conversazioni e rende tutti più socievoli...gli stranieri che cercano di mimetizzarsi subito vengono sgamati: una conversazione con un vecchio dublinese è un'impresa!Gli irlandesi hanno un forte accento e quando parlano non si fermano mai, punteggiatura, intonazione inesistenti.
Good luck! (che un dublinese pronuncerebbe proprio com'è scritto!)
venerdì 28 settembre 2007
Home sweet home...
Yessss!I got it! e alla fine ci sono riuscita, con pazienza, caparbia, faccia tosta e forse sfrontatezza ho ottenuto un posto nella residenza universitaria.
Ora dormo in un letto, ho il bagno in camera (mai successo prima!) e divido la cucina con altre 5 persone. Una si chiama Linda, le altre....da conoscere!
Mi permetto di esternare il piacere di poter sistemare i miei libri su una mensola e di appendere le camice dopo 29 giorni nella valigia (non le stirerò!).
giovedì 27 settembre 2007
Vento
La mia giacca ormai non può nietnte contro questo tempo.
Cambia la stagione e le mie maglie aumentano. I colori non cambiano, gli alberi sono sempre verdi, il cielo è sempre mutevole, Dublino non se ne accorge. Forse qualche turista ricorre a una sciarpa...
Nessuno sembra accorgersene. Forse nemmeno io ci ho mai fatto caso. Settembre finisce, il mese della transizione, o almeno è come io l'ho sempre considerato. Non è estate, non è autunno, non è vacanza, non è studio (forse avrebbe dovuto esserlo ma è troppo vicino ad agosto perchè si possa pensare seriamente allo studio). Quest'anno invece Settembre è stato nuova città, nuove persone, nuovi intoppi, nuove sfide. Non è il solito mese di passaggio, è stato un taglio netto. Strappo.
Finalmente.
martedì 25 settembre 2007
lunedì 24 settembre 2007
Tour per Dublino organizzato dall'università.
Due ore per avere un assaggio di storia, curiosità e una generale panoramica del centro, ma neanche tutto. Un giro veloce, della serie, a Dublino abbiamo queste cose ma le vedrete con calma un'altra volta, oggi non c'è tempo...divertente una delle versioni sul perchè le porte in stile georgiano siano di tanti colori: pare che gli aristocratici dublinesi, incalliti bevitori, tornando a casa la sera non riconoscessero la porta di casa per quanto fossero sbronzi. Da qui i diversi colori sgargaianti delle porte...sarà vero?per lo meno fa sorridere...
La guida era una simpatica signora dalla battuta facile, un po' come tutti gli irlandesi...con un tocco di esotico perchè le battute erano più su noi forestieri!attenzione speciale risevata ai francesi, dal momento che l'Irlanda è stata pietosamente sconfitta dalla Francia nella partita di rugby dell'altro giorno. L'orgoglio ferito...e chi li sopporta più i francesi?non perdono occasione di ricordarlo...ma, mi chiedo, chi se ne frega?!
Non penso che Dublino sia una bellissima città, ma credo che comunque abbia degli scorci interessanti e dei posti meritevoli di essere visitati.
Tutto sommato Dublino è una città interessante, secondo me grigia ma con il suo fascino. Da scoprire a piedi. Pioggia e vento permettendo si intende!
Le prime impressioni sono che i palazzi sono tutti simili, le vie non si distinguono e ci sono tante, troppe catene di fast food, fast coffee, e cibi finti.
Il tempo trascorre, ora si contano le settimane, iniziano a comparire anche le abitudini e riesco a vedere anche altro. Passo oltre l'ennesimo "insomnia cafè" e ci sono le rive di un canale anonimo, alti filari d'alberi e piante ancora fiorite. "Devo ricordarmi di tornare qui con qualcuno" penso, chissà se poi lo farò.
Il prossimo che viene a trovarmi può ricordarmelo...
Due ore per avere un assaggio di storia, curiosità e una generale panoramica del centro, ma neanche tutto. Un giro veloce, della serie, a Dublino abbiamo queste cose ma le vedrete con calma un'altra volta, oggi non c'è tempo...divertente una delle versioni sul perchè le porte in stile georgiano siano di tanti colori: pare che gli aristocratici dublinesi, incalliti bevitori, tornando a casa la sera non riconoscessero la porta di casa per quanto fossero sbronzi. Da qui i diversi colori sgargaianti delle porte...sarà vero?per lo meno fa sorridere...
La guida era una simpatica signora dalla battuta facile, un po' come tutti gli irlandesi...con un tocco di esotico perchè le battute erano più su noi forestieri!attenzione speciale risevata ai francesi, dal momento che l'Irlanda è stata pietosamente sconfitta dalla Francia nella partita di rugby dell'altro giorno. L'orgoglio ferito...e chi li sopporta più i francesi?non perdono occasione di ricordarlo...ma, mi chiedo, chi se ne frega?!
Non penso che Dublino sia una bellissima città, ma credo che comunque abbia degli scorci interessanti e dei posti meritevoli di essere visitati.
Tutto sommato Dublino è una città interessante, secondo me grigia ma con il suo fascino. Da scoprire a piedi. Pioggia e vento permettendo si intende!
Le prime impressioni sono che i palazzi sono tutti simili, le vie non si distinguono e ci sono tante, troppe catene di fast food, fast coffee, e cibi finti.
Il tempo trascorre, ora si contano le settimane, iniziano a comparire anche le abitudini e riesco a vedere anche altro. Passo oltre l'ennesimo "insomnia cafè" e ci sono le rive di un canale anonimo, alti filari d'alberi e piante ancora fiorite. "Devo ricordarmi di tornare qui con qualcuno" penso, chissà se poi lo farò.
Il prossimo che viene a trovarmi può ricordarmelo...
domenica 23 settembre 2007
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